Dobbiamo un gallo ad Asclepio.

mercoledì 28 marzo 2012

IL VANTAGGIO DI SCEGLIERSI I MAESTRI E LO SVANTAGGIO DI NON SCEGLIERE I DISCEPOLI

Alcibiade scelse Socrate ma non fu il contrario. Era ricco,bello,intelligente,scaltro e del tutto immorale. Il suo maestro poteva insegnargli a distinguere il bene dal male ma non poteva imporgli l'etica. Era un uomo talmente discusso ad Atene che un bel giorno risolse di tagliare la coda del suo magnifico cane ('così gli Ateniesi avranno un argomento di pettegolezzi diverso dalla mia persona'). Data la sua posizione riuscì a subentrare al morto Pericle e la città gli affidò il comando della sfortunata spedizione militare contro Siracusa che si risolse in una catastrofe e fu l'inizio della fine di Atene. Sulla via del ritorno venne informato di essere stato condannato a morte sicchè decise di riparare a Sparta commettendo alto tradimento, tuttavia riusci poi a riconciliarsi e rientrare ma si fece coinvolgere in un altro affare militare in cui perse la vita. Per dirla tutta, a me di Alcibiade non importa un fico-secco. Mi importa,invece, di Socrate che aveva scoperto il principio della definizione, quello dell'inefficacia della conoscenza, l'idea di psiche e in particolare l'arte del ragionamento astratto su cui si fonda l'intera civilta occidentale. Naturalmente sul piano politico Socrate era un perfetto sciocco, si beava di radunare intorno a sè capannelli di giovani entusiasti delle sue dimostrazioni del procedimento del pensare la cui sostanza ci è stata tramandata da Platone. Non si preoccupava affatto, Socrate, che la sua arte gli era già stata rubata dai sofisti che dimostravano ai gonzi qualsiasi sciocchezza ed erano considerati pericolosi agitatori dai reggitori della città. Socrate fu accusato di corrompere i giovani in questo senso: di montarli con ragionamenti falsi contro i governanti, contemporaneamente di essere ateo; tali accuse non potevano essere disgiunte perchè le LEGGI erano considerate sacre in Atene. Socrate rifiutò di farsi difendere dal celebre Lisia, volle farlo da solo, ma in sostanza non voleva difendersi ( gli sarebbe stato facile,infatti le sue ultime parole furono lo scioglimento di un voto affidato a Critone). Il suo processo,però,aveva un fondamento assolutamente veridico per una città come Atene: egli era stato il maestro di Alcibiade ed era responsabile del suo allievo (anche se ciò non poteva essere formulato come accusa). Socrate avrebbe potuto sfuggire all'esecuzione se avesse accettato l'esilio, ma si rifiutò perchè essendo un uomo integgerrimo ed un integgerrimo cittadino aveva da inviare un messaggio e lasciare un testamento. Questa eredità che nessuno di quelli come me ha dimenticato dopo XXV secoli è che bisogna accettare in ogni caso la LEGGE che è l'ordinamento che ci rende degni della qualifica di civili, insieme al rispetto di chi la rende operante, cioè i MAGISTRATI. Questo dopo tanti secoli rimane come vituperio a memoria futura del berlusconismo. Le ultime parole di Socrate rivolte a Critone furono : 'Dobbiamo un gallo ad Asclepio' ; dopo aver bevuto il veleno, solo dopo, dichiarò la sua fede alla divinità e la necessità di mantenere un voto. Non è per caso che queste parole sono la mia divisa di uomo e di cittadino.

giovedì 22 marzo 2012

L'IMPOSSIBILE QUADRATURA DEL CERCHIO DELL'ECONOMIA LIBERISTA

La storia non è una scienza esatta o forse una scienza del tutto,non solo ma un mucchio di gente ha interesse a falsificarne i documenti,quelli stessi che controllano  governi , media e affermano e garantiscono ideologie fasulle dimostrando che quelle altrui sono crollate miseramente e fallite com'è  sotto gli occhi di tutti. L'ultima grande manovra di falsificazione generale della storia è stata operata da U.K. e USA a partire dagli anni 1980 con le elezioni della Thatcher e di Reagan a profeti e apostoli del LIBERISMO ASSOLUTO,durate fin verso gli anni 1990. Il loro TEOREMA primo era : QUANTO MENO STATO POSSIBILE NELLA GESTIONE DELL'ECONOMIA NAZIONALE,TANTO MEGLIO ; con i corollari : SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE, ELIMINAZIONE DI OGNI CONTROLLO E VINCOLO ALLE IMPRESE,SPOSTAMENTO DELLE RISORSE AI SETTORI MILITARE E COMMERCALE, PRIVATIZZAZIONI AD HOC, TAGLI AI BILANCI DELLO STATO. La relativa dottrina predicava che tali misure avrebbero determinato il BOOM e l'abbondanza. Gli effetti del reagano-thatcherismo cominciarono a farsi sentire dal 1997  con le crisi economiche del Sud-Est Asiatico,della Russia e Brasile ('98), quindi della Turchia,Argentina e nuovamente Brasile,ma in sostanza erano gli USA nell'occhio del ciclone,infatti nel 2001 si verificò l'esplosione della New-Economy con il crack di due colossi : ENRON e WORLD.com e di gruppi più piccoli come Ksmart e Global Crossing. Il crack ENRON ammontò a 68 miliardi di dollari più 8oo milioni di dollari di Fondi Pensione (azzeramento della vecchiaia di circa 3.000 dipendenti della ditta e licenziamento di 5.000). Ma fino a questo punto il racconto è inefficace restando ignoto il meccanismo dei fatti. Dunque,i presupposti storico-tecnici sono i seguenti : agli inizi degli anni 1990 come risultato della dottrina reagniana (reaganomics) ,si verificò in USA una grave crisi di accumulazione nell'economia reale visto che essa aveva predicato il 'bengodi'  e tutti avevano speso più di quanto avevano guadagnato (ciò significa che nelle banche non venivano più depositati risparmi e questa è una classica contraddizione dell'economia capitalistica vista dalla critica marxiana),infatti senza risparmio viene meno il finanziamento alle imprese da parte delle banche stesse !  Come risolsero il problema i padroni dell'economia ? In un primo tempo ingaggiarono i migliori cervelli del 'management',quelli che si erano laureati nelle massime università mondiali,i geni della finanza (tipo Marchionne ),li pagarono in parte con stock-option (fatto basilare) e gli chiesero di falsificare i BILANCI (con uno scopo ben preciso). I Manager provvidero come segue : per esempio contabilizzando nell'esercizio in corso profitti previsti per quello seguente o segnarono come investimenti i costi di esercizio come salari,manutenzioni e ammortamenti ; in tal modo le Aziende si vennero a trovare (falsamente) con Bilanci floridissimi ed in situazione di forte crescita e ciò era garantito da Agenzie Internazionali di certificazione dei Bilanci stessi che erano state preventivamente cointeressate agli utili delle Aziende. L'effetto fu una crescita a dismisura del valore delle Azioni cioè dei guadagni dei possessori dei pacchetti azionari(cioè dei consiglieri d'amministrazione) ,dei manager  che erano pagati in stock-option  e della Agenzie di Certificazione che erano cointeressate. Poichè questi enti che controllano l'impresa conoscevano la verità dei fatti,il gioco consisteva nel disfarsi delle azioni al momento opportuno,cioè prima che si verificasse l'inevitabile crack,lasciando il fiammifero acceso tra le dita della massa dei piccoli azionisti ignari della truffa. In tal modo centinaia di migliai di persone vennero buttate sul lastrico e per l'ennesima volta fu chiaro che il LIBERISMO è il reame della truffa legalizzata e dell'aggiotaggio,del conflitto d'interessi,dei programmi a breve termine e dell'irrazionalità contrabbandata per pragmatismo,al potere. Essendo l'Italia il Paese più ignorante del pianeta assieme al Ruanda e al Burundi,nessuno si interessò di questi fatti, e nel 1994 Berlusconi vinse le elezioni ed applicò all'Italia i reaganomics con 15 anni di ritardo, senza che un solo Italiano fosse al corrente del loro risultato già conclamato. Inoltre c'è un'altra piccolissima differenza tra l'Italia berlusconiana e gli USA : appena si verificò il disastro dell'economia reaganiana gli USA Nello stesso anno invasero l'Afghanistan e poco dopo l'Iraq impadronendosi di tutte le loro risorse e rimettendosi in sella, ma noi ? Chi vogliamo depredare ?

mercoledì 14 marzo 2012

TRA BALZAC E ROSSINI A PASSY, RUE VISCONTI E LA RUE FORTUNEE

Ho nutrito tale un'avversione per Rodin da essermi fonte di appassionati scontri francesi, posto che la sua mole è ingombrante. Il museo sta in uno degli angoli del quadrilatero formato dal palais de Bourbon, dal musée d'Orsay e dall'incrocio Varenne/St.Germain (Blvd., quest'ultimo, che lo taglia diagonalmente) ; il luogo è piacevole e ci trovai perfino qualcosa in art-nouveau che non era male; chissà perchè gli indirizzi attuali lo deludevano. I miei sentimenti nascevano dall'ammirazione generale cui contrapponevo un giudizio di incongruo ammiratore di Michelangelo in un'epoca di rinnovamento rivoluzionario tra impressionismo e art-nouveau ; ai miei occhi era responsabile degli zombies che si aggirano imperterriti nei cimiteri delle accademie. Le sue figure pretenziose e vuote, reboanti e goffe. Alle mie opinioni estetiche si aggiungevano fatti di vita.  Il legame distruttivo che intrattenne con Camille, sorella di Paul Claudel, scultrice e ammiratrice di cui si fece amante, che per meschina gelosia squalificò e disistimò fino a farla impazzire e finire i suoi giorni in manicomio e, il mio casuale incontro col violoncellista Paul Tortelier che dopo avermi gratificato del suo interesse mi consigliò di leggere le memorie di  Rodin suo livre-de-chevet da cui estraeva distillati di saggezza, sicchè la sera del concerto quando eseguì come bis una sua composizione mi sentii giustificato nello squalificarlo. Peggio quando scoprii che lo strano oggetto collocato all'incrocio Raspail-Montparnasse era il monumento a Balzac di Rodin ; una palla su una palandrana informe come un birillo obeso; la vista mi si annebbiò e dovetti andare a distendermi all'hotel Lutetia dove la squisitezza dei camerieri mi rinfrancò alquanto. Nel tentativo di distruggere anche Balzac, Rodin non era riuscito visto che la statua gli venne rifiutata dalla ' Société de gens de Lettres ' che gliela aveva commissionata e che era stata fondata dallo stesso Balzac con Hugo, Dumas e George Sand. La vita di Balzac non fu oppressa da meschinerie gelose ma da torme di creditori. La decisione di aprire una tipografia in rue Visconti nacque nell'intento di rimborsare i debiti di un precedente fallimento. La rue Visconti è una stradina stretta e breve dove nessuno andrebbe, si da il caso che prima di Balzac ci avessero abitato Racine e Delacroix (ci sono le targhe). Nel 1826 Balzac affittò i numero 17-19  di un immobile luminoso e senza pretese con i magazzini a piano terra e l'appartamento al primo; tale edificio è tuttora in ottime condizioni. Dal punto di vista logistico la scelta era ottima perchè la strada sbocca sia in rue des Beaux Arts che in rue Jacob e sta tra  rue Bonaparte e rue de Seine . Il primo lavoro fu il foglietto illustrativo delle : ' Pilules  antiglaireuses de longue vie en grains de vie de Cure, pharmacien rue St.Antoine'. Alla fine del '26 la perdita era di 90.000 franchi. Stampò qualsiasi cosa pur di riprendersi, compresa la III° edizione di 'Cinq Mars' di Vigny che nel 1850 lo descriverà : un giovanotto sporchissimo, magrissimo, chiacchierone che farfugliava facendo schiuma perchè gli mancavano tutti i denti superiori e salivava troppo. Balzac decise, allora, di fare società col fornitore di caratteri tipografici e acquistò una fonderia facendosi prestare 6.000 franchi da m.me de Berny (sua amante) che ne investì altri 9.000 anonimamente come accomandataria. Dato il disordine gestionale agi inizi del 1828 il proto Barbier si ritirò. Balzac allora fondò un'altra società per la fabbricazione dei caratteri. Intanto aveva firmato cambiali a destra e a manca , non riuscì più a pagare gli operai e temendo l'arresto andò a nascondersi sotto falso nome dalle parti dell' Observatoire. Di tale esperienza resterà una satira feroce di editori e librai nel magnifico 'Les illusions perdues'. In aprile la società si dissolse  ( lo stabilimento rilevato da un figlio di M.me de Berny diventò in breve uno dei maggiori di Paris con 90 operai). Nell'agosto '28 l'ex proto Barbier acquistò la tipografia  per 67.000 franchi e a Balzac restarono debiti per 60.000, in parte verso suoi parenti. A questo punto decise di mettersi a scrivere, per disperazione; progettò una  Storia Pittoresca di Francia che, però, comportava anni di preparazione della documentazione ; ridimensionò il progetto in una storia della guerra degli Chouans. Chiese asilo al gen.de Pommereul e si trasferì a Fougéres. Lì stenderà il primo dei suoi romanzi del vasto ciclo della 'Comédie Humaine', 'Les Chouans', il cui disegno non era stato ancora formulato. Nel '33 ricevette la lettera di una polacca che si firmava 'L'Etrangere' ; fu l'inizio di una folta corrispondenza  con la contessa Hanska , sposata con una figlia che incontrerà in Svizzera, Sassonia e Ucraina, che in seguito sarà pubblicata come : 'Lettres à l'étrangere'. Intanto scrive vari romanzi e pubblica la rivista 'Chronique de Paris' che sarà sospesa per disastro finanziario; l'aumento dei debiti non influisce nè sulla qualità nè sulla quantità della sua produzione. Verso il '35  delinea chiaramente il disegno di un grande affresco della sua epoca nel quale fare convergere unitariamente tutti i suoi romanzi, scrive 'Le père Goriot', storia di un disastro finanziario e sentimentale. Nel '38 fonda la menzionata 'Société des gens de lettres'. Nel '40 per sfuggire ai creditori si rifugia in rue Raynouard  dove resterà sette anni stendendo le opere maggiori. Tra il '47 e il '48 vive in Ucraina presso la Hanska che sposa. Si trasferiscono a Paris dove le acquista un hotel particulier  in rue Fortunée  (oggi, rue Balzac) nell'VIII° arr.,dove muore nel '50. Come possa aver fatto quell'acquisto ( perchè la 'capanna' di Passy non era adeguata alla contessa) rimane un mistero. Ma è questa 'capanna' l'oggetto del mio interesse e ci sono tornato più volte. Mi veniva facile dal quartiere del parc Monceau dove abitavo : linea 2 fino all' Etoile e linea 6 fino a Passy, stazione a mezza strada tra il buono e il cattivo 16° ; risalivo per Alboni fino a place Costa-Rica e inboccavo questa strada verso Sud in discesa, poco frequentata; a un tratto  gli immobili finivano ed iniziava una balaustrata a picco su un giardino più basso di non meno dieci metri; all'angolo dell'ultimo immobile, all'inizio della balaustrata un cancelletto di ferro immetteva in una scaletta sospesa che scende al giardino, una vasta spianata verde, alberata con siepi tra cui si intravede questo cottage a piano terra, ma se non si è avvisati non ci si fa caso. Come abbia fatto Balzac  a procurarsi questa meraviglia non so, ma ci vuole un informatore. Casetta semplice per il guardiano; ha ancora l'acquaio di pietra sotto la finestra e poche stanze, tra cui lo studio con il tavolo da lavoro ridicolmente piccolo su cui a stento c'è posto per i fogli, il calamaio, la cuccuma, la tazza oltre che per gli avambracci dello scrittore. Balzac si alzava a mezzanotte, lavorava fino alle 8 e dopo una rapida colazione continuava fino alle 17, dormiva 6 ore per notte, usando come carburante 'il fiume d'acqua nera' della cuccuma che è ancora là. Sistemazione per un fuggiasco, luogo ideale perchè ci si passa accanto senza acccorgersene  e completamente fuori città. Se un intruso avesse aperto il cancelletto di ferro il cigolio lo avrebbe scoperto e sarebbe scattato il piano d'emergenza costituito dalla sortita nella strada a valle che delimita la proprietà. Scesi per quella strada ed ebbi la sorpresa di trovarmi in campagna, una stradella basolata di pietre sconnesse che si chiama Berton, in fondo un 'flic', certamente figlio di contadini, mi salutò civilmente come usa in qualunque strada di campagna d'Europa, uno che non si sarebbe accorto della mia esistenza al Fbg. St. Honorè ; dopo l'incrocio viene la via Proust, mi meravigliai dell'ingratitudine della municipalità parigina; da lì tornai a Passy e mi sovvenni che Rossini ci aveva vissuto in via Ingres n.1 che costeggia i giardini del Ranelagh dove fu tenuto il primo concerto pubblico di musica  ad imitazione dell'Inghilterra. Questi giardini hanno forma di triangolo la cui base guarda il Bois de Boulogne che sta fuori dei limiti cittadini ; un pò dietro questa base è situato il musée Marmottan dove galleggiano in eterno le ninfee di Monet; la via di Rossini è il lato sud del triangolo. A sud-ovest  da lì c'è una piazza di quartiere molto verde  e poco frequentata dedicata a Rodin; al centro è posta una statua dello scultore assai nota : 'L'age d'airain' troppo piccola rispetto allo spazio in cui è collocata, dà l'impressione della meschineria; lo interpretai come un contrappasso, ma il pensiero mi riportò alla rue Proust che è ingiusta immeritatamente. Rossini nel 1829 a 37 anni era celebre e ricco, all'acme della carriera: decise di finirla e poichè abitava già a Paris dal '23 si costruì una villa a Passy: Beau Sejour, con jardin-potager per le necessità della sua cucina. Da quel momento si dedicò quasi esclusivamente alla buona cucina ed al ben mangiare, fu l'anno del Guglielmo Tell che col tempo divenne un classico, nella sua singolarità Rossini l'aveva anche finita con l'opera buffa che lo aveva reso famoso. Quì comincia il 'silenzio' ; nel '31 ebbe un esaurimento nervoso per la rottura con la Colbran che Olympie sostituì. In realtà non abbandonò la composizione  perchè scrisse le 'soirées musicales' ed un numero di composizioni varie che intitolò 'Péchés de vieillesse'. Nel '63 compose per una signora parigina quella straordinaria e singolarissima opera  che è la 'Petite Messe solennelle' , una rivoluzione timbrica che scavalca il romanticismo mentre la critica lo aveva archiviato come retrogrado. A Paris aveva anche un appartamento di città alla Chaussée d'Antin di fronte al cui portone  mangiai un'omelette aux fines herbes in attesa di una mia amica. Anni dopo sempre attratto dalla singolarità di Balzac che seduceva contesse, farfugliando e schiumando, tornai alla 'capanna' di Passy . Non c'era più la guida compassata, severa e professionale di un tempo, ma un giovanotto variopinto e loquace che mi dichiarò la sua passione per l'Italia  e mi nominò i suoi amici romani (frequentava la buona società della capitale) dovetti arrampicarmi sugli specchi esigui della 'capanna' per sottrarmi ad un appuntamento, ma mi disse e mi mostrò cose che non sapevo.

domenica 11 marzo 2012

PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

I sondaggi demoscopici dicono che un 45%  degli elettori si dichiara intenzionato a non votare. Ciò equivale ad una rinuncia alla democrazia cioè alla propensione alla dittatura. I motivi di una simile,libera attitudine si possono tutti compendiare in una sola parola : IGNORANZA, di cui l'assenza di memoria è ingrediente fondamentale,tenuto conto che tutti gli organi che decidono il come dell'amministrazione dello Stato vengono eletti dai cittadini ; non votare implica la DECISIONE di delegare a chi lo vuole l'organizzazione delle direttive di amministrazione. Se guardiamo la nostra storia preunitaria il voto non esisteva ; il Regno fu costituito con plebisciti regionali,cioè con manifestazioni di entusiasmo prive di indicazioni politiche e su questa base fu chiaro che il voto andava alle piccolissime elites regionali decisive per il successo dell'idea nazionale di cui i Savoia si erano fatti alfieri. 200.000 votanti per censo ! Il Parlamento venne costituito con notabili locali ignorantissimi ma con idee chiare circa il mantenimento dei loro privilegi. Tutta la politica consistette nel tradimento delle attese di Riforma Agraria (che aveva motivato l'entusiasmo popolare per l'Unità),non essendoci nel Paese altre attività economiche di rilievo ; e nello sforzo del nuovo Paese di entrare a gomitate tra le Potenze Europee che,per fortuna non eran molte ; dopo Regno,Unito,Francia,Austria e Russia c'era spazio essendo gli altri paesi piuttosto piccoli o troppo decaduti. Nel 1912 il diritto di voto venne esteso a tutti i maschi (le donne erano ancora considerate idiote) e questa massa di geni entrò immediatamente in una guerra rovinosa che fece aumentare la fame a dismisura. La fame provoca tumulti e questi la dittatura. Il voto fu eliminato per più di 20 anni ed il gruppetto di quelli che comandavano senza il popolo,decise immediatamente un'altra guerra più rovinosa della precedente. La conclusione fu che la fame era tale da rendere necessaria la collaborazione del popolo per creare un minimo di benessere : il voto fu concesso perfino alle donne perchè dovevano lavorare anche loro e partecipare alla ricostruzione. Questa volta,però,il popolo pretendeva di partecipare alle decisioni politiche, allora i padroni lo fecero scomunicare dal Vaticano che provvide immediatamente a mettere fuori dal Paradiso tutti i Comunisti. Per soprammercato i ricchi tentarono (dal 1946 in avanti ) una serie di colpi di Stato per eliminare il popolo dalle decisioni politiche senza,però,riuscirci mai con le cattive. Ci riuscirono,invece, con le buone nel 1994. Berlusconi espose subito il suo programma : COLPO GROSSO , DRIVE-IN , AI COMUNISTI CI PENSO IO, VOI MANGIATE,FATE SESSO E DIVERTITEVI . Programma allettante e valido per i 20 anni necessari a dilapidare il benessere costruito con sudore della fronte e sangue nei 45 anni precedenti dal popolo. Il mantra dei tirapiedi di Berlusconi era : LASCIATECI LAVORARE . E lavorarono tanto bene che Berlusconi diventò uno degli uomini più ricchi del pianeta, e tutti i suoi amici si sistemarono (si sistemò anche un certo numero di puttane e di ladri). Alla fine dell'esperienza fu chiaro a tutti che votare non serviva a niente perchè tanto ci pensava Berlusconi e se per caso il popolo esprimeva una volontà con il referendum essa non veniva rispettata. La filosofia della dittatura morbida mediatico-capitalistica è semplice e di origine romano-imperiale : panem et circenses. Non abbiamo progredito molto in XX secoli. Se Berlusconi ultimamente ha fallito è solo perchè è un autentico cretino circondato di individui che gli somigliano come gocce d'acqua. Monti non farebbe mai una fine del genere perchè è uno che ha studiato, non commette errori di grammatica ed è circondato da suoi simili. L'idea che è completamente inutile andare a votare è l'ultima e la più importante eredità lasciataci da Berlusconi : LASCIATEMI LAVORARE, CI PENSO IO. Si è reso garante dell'eliminazione dei COMUNISTI con la mallevadoria del VATICANO.

sabato 10 marzo 2012

IL PROCURATORE IACOVIELLO CHIEDE LA CASSAZIONE DELLA SENTENZA

' IL CONCORSO ESTERNO E' ORMAI DIVENTATO UN REATO AUTONOMO,UN REATO INDEFINITO AL QUALE ORMAI NON CI CREDE PIU' NESSUNO'. Dichiarazione che unisce perentorietà e inevitabilità al di là di ogni ragionevole dubbio la cui assenza è, però, uno dei motivi della sua formulazione. E' stata fatta dal proc. Iacoviello ai Giudici del processo per Cassazione,  Dell'Utri . Data la sede essa ha un'importanza smisurata innanzitutto perchè  il principio del 'ragionevole dubbio' viene contradetto in termini. L'intera espressione del pensiero del Procuratore presenta aspetti oscurissimi. L'aggettivo AUTONOMO si riferisce esclusivamente a ciò che è in grado di reggersi da sè (la persona lo è per antonomasia,se non lo è viene dichiarata incapace ). Il Procuratore dichiara che quel reato  è anche INDEFINITO ma se lo fosse gli mancherebbe la ratio per essere AUTONOMO. Si da il caso che sulla base delle sue stesse affermazioni contraddittorie il Procuratore concluda  che a quel reato non ci creda più nessuno . Per forza ! Ma dove il Procuratore ha dimostrato  che AUTONOMO e INDEFINITO siano le indiscutibili categorie definitorie del reato di cui parla ? Magari sarà verissimo ma il Procuratore non ne ha fornito le prove  e tuttavia è proprio in base  all'insufficienza di esse che egli chiede la cassazione. E la ottiene malgrado il conclusivo errore di grammatica che attiene al Diritto della lingua.

martedì 6 marzo 2012

PER FARLA FINITA UNA BUONA VOLTA CON LA VAL DI SUSA

La tecnologia TGV  è francese,nasce dalla riflessione che il volo non è conveniente su medie distanze, per esempio sulla tratta Roma-Palermo che è di circa km.1.000 (più breve con linea TAV e ponte di Messina),tempo occorrente : ore 3,20. Lo stesso per via aerea : ore 1 da terminal ad aeroporto,ore 1 di anticipo per controlli e imbarco,ore 1 di volo, min.15 per recupero bagagli,ore 1 da aeroporto a terminal per un totale di ore 4,15,senza contare attese di bus e treni,eventuali ingorghi e perdita dei bagagli. Al conto bisogna aggiungere che i bagali vanno maneggiati un minimo di 6 volte e che non è possibile trasporto merci, in particolare derrate agricole deperibili. Noi italiani non siamo portati alla riflessione nè ad investire nella ricerca ( 'con la cultura non si mangia' è il celebre aforisma dell'ottobre 2010 del luminare economico del governo presieduto dal massimo statista degli ultimi 150 anni ) ; perciò non possediamo alta tecnologia,nè coordinamento organizzativo,e per conseguenza efficacia ; l'unica immagine che nasce in noi se pensiamo : OPERA PUBBLICA è illustrata icasticamente dalla registrazione della conversazione di due imprenditori che sghignazzavano,salivavano e si stropicciavano le mani al pensiero del loro lucro causato dal sisma che stava distruggendo l'Aquila. I Francesi si posero un problema reale con buon senso e capacità operativa,ci lavorarono per offrire al Paese una importante evoluzione del sistema dei trasporti,ma il loro obiettivo fondamentale non era : come depredare lo Stato. Intorno al 1970 cominciarono a lavorare intorno al progetto di un locomotore a combustione interna capace di trainare un convoglio a 3oo/kmh.di media. Nel 1972 la macchina era pronta. Nel 1973 si verificò lo choc petrolifero mondiale ed i Francesi ritennero fosse di migliore buon senso accantonare quel progetto ; ripartirono da zero su un nuovo progetto a trazione elettrica comportante nuovi problemi : peso,trolley,linea elettrica e centrali di alimentazione. Nuovo progetto approntato e adottato dal governo che propose alla SNCF ( le ferrovie francesi) la realizzazione della tratta Paris/Lyon di 460/km,rivoluzionaria, esigendo nessuna pendenza nè curva. Questo progetto comportava anche la soluzione di tuttti i problemi amministrativi relativi a : impatto ambientale ,espropri,tunnel,linea elettrica,posa dei binari dopo l'ottenimento dell'approvazione dei Dipartimenti e del Parlamento che avrebbe dovuto approntare i finanziamenti. Nel 1978 due prototipi di treno erano pronti,entro il 1980 vennero risolti gli ultimi problemi di stabilità ; i convogli in entrambe le versioni furono provati ciascuno per 1 milione di km.,la strada ferrata era pronta. Nel 1981 fu consegnato alla SNCF il primo treno in servizio e il 22.9.1981 Mitterand inaugurò la linea. Qualche mese dopo presi un biglietto Paris/Chalon : c'era segnato il numero della piattaforma d'imbarco ; il mio vagone si fermò precisamente davanti a me e percorsi un paio di metri per trovare il mio posto prenotato. Da allora il TGV ha invaso l'Europa. Vale la pena sottolineare i seguenti aspetti : avvertire l'esistenza di un problema ,ipotizzarne la soluzione,possedere l'efficienza progettuale,industriale,politica,finanziaria e amministrativa,non cadere nella corruzione. Per mettere in atto quanto sopra i Francesi hanno impiegato partendo dall'ipotesi poniamo del 1969 e giungendo alla pubblica fruizione nel 1981 ,meno di 12 anni. Probabilmente la Francia ha recuperato l'investimento non solo con la gestione e vendendo all'Estero il brevetto, ma con un miglioramento sostanziale della propria produttività nazionale. Per quanto riguarda il progetto italiano del 1991 di una semplice strada ferrata da Torino al confine francese (in tutto km 57 se ho ben capito) ,non era necessaria alcuna intelligenza,bastava avere la dote imitativa delle scimmie. Bene da allora sono passati 20 anni e c'è stato tempo per vari scandali finanziari fin dai tempi del ministro Signorile,senza che sia mai stato avvitato un bullone su una traversina. Mentre la Francia è solcata in tutti i sensi e da un capo all'altro dal TGV,noi,che abbiamo papi infallibili,madonne ammonitrici,primi minitri i migliori degli ultimi 150 annie tante altre cose geniali,noi, dobbiamo ancora decidere se sia il caso o no di dare inizio ad una guerra civile per 57 km distrada ferrata che nessun occhio umano mai disturberà essendo tutta in tunnel e che utilizza il frutto del cervello altrui visto che non ne abbiamo di nostro. Nessun Italiano ha riflettuto che questo progetto nasce da un accordo internazionale e che è ben possibile che dall'altro lato i lavori siano stati ultimati e la spesa inutilizzata,ciò che indubbiamente aumenterà il ns.prestigio e la ns.affidabilità internazionali. Il livello di coscienza culturale dei Valsusini era icasticamente esposto iersera allo spettacolo 'L'Infedele' sottoforma di un manifesto portato da una delegazione di valligiani presente  ; si vedeva una locomotiva e c'era scritto a caratteri cubitali : STOP THAT TRAIN. Costoro non sono neanche capaci di protestare nella lingua della madre loro.

giovedì 1 marzo 2012

L'ORIGINE DEL MONDO

E' noto che la cultura antica e quella popolare considerano l'arte illustrazione della natura; l'illuminismo andò oltre e ne vide la relazione con l'educazione. Platone escluse dalla repubblica i poeti perchè non promuovono la ragione e Rousseau chiedeva la chiusura dei teatri che eccitano i temperamenti peggiori. Cervelli tra i più celebrati pensarono che l'arte dovesse essere subordinata a qualcosa di pratico. In tempi molto più recenti abbiamo dato addosso al romanticismo per motivi molto simili a quelli di Platone, però esso ci ha lasciato la grande eredità dell'autonomia integrale dell'arte. La prima conseguenza è l'abolizione della censura perchè essa, l'arte, non ha relazione con la materia che tratta. 'L'origine del mondo' di G.Courbet non è l'illustrazione ravvicinata dei genitali di una donna, ma altro...

HERDER E IL CONCERTO K466 NEI RAGGI DEL SOL LEVANTE

Uno dei pilastri della linguistica tardo-illuminista è l'ipotesi di una relazione organica e storica tra nazione e strutture conoscitive ed espressive. Si tenga presente che i linguisti fino a quel punto erano semplici grammatici; l'ondata di interessi medievali nella II° metà del XVIII° sec. che recuperò il folclore  e condusse alla formulazione del concetto di nazione ebbe come epifenomeno il pastiche di Macpherson il cui intento probabile era il conferimento di un passato illustre alla letteratura britannica, utilizzando brani di antichi canti popolari legati insieme in poemi dalla propria creatività e fatti passare come creazione di un bardo scozzese inesistente: successo enorme in Europa, ci cadde perfino Goethe. Certo è che l'illuminismo condusse alla ricerca  delle radici nazionali storiche e popolari delle lingue e alla fondazione della linguistica moderna. Si giunse in Germania  ad una concezione storico-territoriale  ed etnica della cultura  secondo cui c'è relazione tra elaborazione linguistico-espressiva di una nazione e condizioni di vita  dipendenti dal territorio, clima e accidenti storici. Queste concezioni hanno scavato profondamente nella cultura europea e stanno alla base del nazionalismo politico e del razzismo come fu possibile costatare nel 1922 alla comparsa dell'opera di Spengler che portava ad estreme conseguenze teorie di Herder rielaborate da Humboldt. Egli esprime un'opinione morfologica delle culture: il mondo in quanto storia si manifesta in fenomeni unici e irripetibili privi di razionalità (Nietzsche). Non esiste progresso lineare  dalla preistoria alla storia, ma una ciclicità di tipo organicistico. La cultura è fenomeno chiuso e si esprime in uno slancio che finisce per esaurirsi trasformandosi in civilizzazione. Tutto il sistema è basato su un punto di partenza accidentale, sulla razza e sull'ambito geografico ; le culture non sono intercomunicanti perchè non è possibile mutuare un mondo simbolico-linguistico. Oggi  sperimentiamo mescolanze e innesti sulla scia del maggior laboratorio culturale conosciuto che fu quello USA, per ragioni contingenti di popolamento accelerato,  che a quei tempi non possedeva un'attrezzatura  critico-pedagogica tale da poter essere utilizzato, la cui precoce esperienza fu presa di sottogamba dagli studiosi europei per un malinteso sentimento di superiorità ; tuttavia una delle maggiori università USA era giunta già verso il 1920 alla conclusione che le invasioni culturali forzate di un Paese in un altro più debole producono sfracelli.  Il fenomeno della contaminazione culturale oggi è sotto gli occhi di tutti e dispiace rilevare che l'Italia  sia il Paese più rozzo e ignorante , diffidente e razzista con quel partito abnorme e antinazionale (nonchè antieuropeo) che soffia sul fuoco dell'altro unicamente preoccupato dei guai economici e giudiziari della propria cricca. Ho avuto la fortuna di fare le mie esperienze interculturali fin dagli anni 1960 spinto da maestri che mi esortavano ad uscire dalle strettoie  della mia cultura provinciale, sprofondata nell'autoreclusione italica  causata dal ventennio fascista. Ebbi modo di entrare in contatto con la cultura giapponese a partire dal cinema, poi ci furono i ristoranti, ma era già disponibile l'esperienza letteraria dei seduttori di fine secolo che usavano mostrare alle signore la loro collezione di stampe giapponesi(rigorosamente erotiche), i servizi da te e da caffè di prozie e nonne che erano meravigliosamente raffinati, la calligrafia già abbondantemente reputata, i rituali sociali affascinanti, i deliziosi disegni, una letteratura che non si capiva bene quanto fosse aderente all'originale... Questo piano culturale, assieme all'arte dei giardini, all'ikebana, all'abbigliamento e al trucco godibili malgrado l'esoticità, la casa, il modo di viverla e di ricevere, non presentava alcun problema alla mia sensibilità. Nel 1980, invece,i ncontrai difficoltà su due soggetti : la musica e il teatro che comportavano un trasferimento dell'esperienza  dal campo ottico a quello sonoro. Nel frattempo avevo rielaborato le mie nozioni sulla cultura di chiara ascendenza  germano-romantica, ritenendole opinioni superate. Ma ora il teatro e la musica  riproponevano le tesi tedesche dell'incomunicabilità linguistica  che proprio negli anni 1960 riscuotevano successo psicologico nel cinema di Antonioni. Queste due forme espressive  non trovavano alcuna eco in me, nè l'esperienza della musica araba migliorò le cose, non feci che radicarmi nella convinzione che le idee dei linguisti tedeschi erano buone. L'aspetto sonoro delle culture ha un valore specialissimo perchè attiene ai valori linguistici ;  diciamo che la lingua è un sistema sonoro-significativo di rappresentazione  sia concreta che astratta da cui la musica deriva come sistema di rappresentazione puramente astratto. Il più importante dei luoghi comuni  che veniva spazzato via dal mio contatto con musica e teatro orientali era quello secondo cui la musica abolirebbe ogni distanza culturale ed erudita essendo percepita immediatamente indipendentemente dall'educazione: non era così e Humboldt aveva ragione. Negli anni 1990 feci una nuova esperienza frequentando quotidianamente ambienti musicali parigini; mi resi conto che le compagini orchestrali includevano degli orientali; stando nei conservatori presi atto della presenza di un numero crescente di allievi giapponesi, il Giappone produceva già da tempo pianoforti e violini, strumenti estranei alla sua cultura. Costatai che gli esecutori giapponesi stavano trasformandosi in virtuosi. Mi si pose, dunque,un nuovo problema : gli Occidentali sembrano incapaci di penetrare un mondo espressivo orientale ma il fenomeno è unidirezionale visto che i Giapponesi aderiscono entusiasticamente alla nostra tradizione culturale sonora che è l'esperienza più ardua implicando il recupero di significati dal suono. Il culmine di questa esperienza si verificò la sera  in cui mi trovai ad ascoltare la Camerata Salisburghese nell'esecuzione del concerto K466. Era l'ambiente più tradizionalista possibile in cornice rococò, organico nella struttura dell'epoca con piano circondato dall'orchestra e solista che fungeva da direttore. Quando si ascolta  un brano stranoto è difficile riuscire a recuperare significati poichè l'opera d'arte risulta appiattita e schiacciata  dal suo stesso successo che la banalizza. Ma propriamente questo era il fenomeno che mi stava innanzi : l'esecuzione era straordinaria non solo per me ma per tutta la sala austriaca  delirante: la pianista fu costretta a piegarsi fino a terra un numero incredibile di volte perchè il pubblico la richiamava con ostinata insistenza ; mi accorsi che i suoi occhi a fessura erano lucidi, gli occhi di Mitsuko Uchida .

SOTTO IL PORTICO DI MARA





Serata sui divani del portico davanti a Tavolara, con Molara ed altri isolotti che chiudono quasi una laguna; mentre parlava pensavo a Vittorini che ne aveva scritto molto astrattamente arrivato come figlio di un casellante in un paese senza treni, ed il dono di una scrittura rarefatta e coinvolgente priva di allusioni. Scirocco quì vuol dire freddo (farò buon viso). Sotto, il giardino incredibilmente bello di Mara che scivola sulla falesia trattenuto da muretti di granito che lei ha realizzato uno per uno spiando il volere della terra schiva ma capace di apprezzare chi la comprende. E' riuscita a persuadere un olivastro a trasformarsi in  pergola salendo su di lui, distendendoglisi sopra e convincendolo giorno dopo giorno
 sfiorandolo con le forbici. Ritengo che Maria Paola abbia copiato ingentilendo, però, la durezza della macchia; ho detto che lei, Mara, è la Sackville West della Costa Dorata, ma si schermisce, non accetta alcun complimento mi sta raccontando di Giovanna S. mentre provo un dolore acuto per tanto spreco di vita, di sentimenti, qualità. Giovanna mi dedicò una copia del suo libro sui duchi d'Urbino tanti anni fà ed io fui tanto tra stupido e incapace. Provo un dolore mentre Mara racconta di Giovanna ormai perduta e penso a Vittorini e alla vacua pretenziosità di Lawrence che non si capisce cosa sia venuto a fare in Sicilia e Sardegna se disprezzava tanto le loro genti, ma forse anche la sua stessa moglie che denomina a.r.(abbreviazione di :ape regina) solo per segnalarne la fastidiosa presenza.Amava qualcuno Lawrence, o odiava le donne essendo impotente? Sta di fatto che lady Chatterley aveva un marito tale. Poi iniziò l'eclisse  e la notte profonda ma luminosa si abbuiò completamente e non avevo mai visto un  fenomeno così  integrale, non si capiva in quale senso si spostasse l'ombra, andammo a cena delusi e perplessi; quando uscimmo a controllare lo scirocco era caduto ed arrivò il ponentino e le prue cambiarono direzione. Una solenne linea d'argento solcava come un vomere la laguna; di fronte le luci del ristorante degli eredi del re di Tavolara.

LE NUGATINE ALL'OSSERVANZA

Passeggiamo tra gli stretti sentieri del giardino uno dei quali conduce alla piccola gettata sull'acqua. Mi racconta dell'Osservanza,troppo importante per tenerla da sola dopo la morte d'Alberto, con il parco in piena città; la vendette ad un petroliere il cui matrimonio franò proprio lì; la moglie, Alessandra, s'ingegnò di restarci riuscendovi in pieno (almeno finora), è un'appassionata di Estremo Oriente con villa a Balì dove passa regolarmente alcuni mesi ed ha pensato di organizzare un'attività di arredamenti e oggetti : il parco è completamente disseminato e la villa zeppa. Ale è una persona generosa ed ha accolto in cantina un noto cuoco con famiglia (uno che tiene corsi in TV), che organizza di tanto in tanto banchetti per una clientela scelta. Per caso giunse lì un signore anziano che s'innamorò dei luoghi a prima vista,le raccontò di trovarsi in fase terminale di un cancro e le disse che gli sarebbe piaciuto morire lì. Detto fatto: restò. Era l'agente della celebre fabbrica di caramelle Nugatine (delizia della mia infanzia che ritenevo estinte), e le lasciò in eredità kg.70 di caramelle non incartate con le relative cartine a parte. Ora Alessandra passa il tempo ad incartare Nugatine per amici e clienti.

THE LODGE AND THE CASTLE

Non ricordo l'anno della mia conoscenza di Giulia ('88/'90). Era fine primavera e lei in viaggio con i figli : temperamenti diversi ; F... un pò sprezzante con un tratto snobistico fuori luogo ; tutto ciò che riuscii a strapparle fu il romanzo preferito che occasionalmente era anche il mio in inglese (The Catcher).15 anni dopo pubblicò qualcosa sulla politica culturale USA durante la guerra fredda , argomento  interessante ma qui fuori tema. A..., di poco più giovane, covava un fuoco interno di vulcano, estroverso come la madre mi mise a parte dei suoi piani : entrare in banca, scalarne i livelli fino alla vetta e da lì distruggere il fratello di sua madre ; mentre sobbalzavo lo giudicavo velleitario, avendomi informato che lo zio  era ben impiantato ai vertici della Barclays ; ma ero destinato a più ampi ragguagli da lei,  minuta e vivace con l'aria lievemente concitata di quella che sta per recarsi dal suo parrucchiere. A colazione, stava al mio fianco, mormorai a mia figlia di tenersi dritta certo che gli inglesi non mi avrebbero inteso, invece lei dichiarò che le era sembrato di sentire suo padre per cui si era istintivamente irrigidita. Sembrava uscita, chessò, dal Romanzo Siciliano della Radcliffe ; aveva bisogno di esternare storie di famiglia e la sua famiglia nella storia, era presa nell'ingranaggio. Atmosfere di sospetto, macchinazioni, fatti straordinari, innominabili, immersi in un ordine relazionale di ipocrisie, conditi con soppressioni mascherate da incidenti con avvelenamenti sullo sfondo di un ferreo contesto di diseredazioni  da fidecommesso di cui lei era la testimonianza vivente. Con i miei ci davamo l'occhio diagonalmente (solo mia sorella non si stupiva avendo avuto diritto a precedenti lugubri confidenze) mentre lei dipanava episodi ingarbugliati disegnando una vita divisa in periodi molto caratterizzati : l'infanzia felice e la giovinezza col titolo di 'Sua Signoria' (oggi è 'honourable') ; al caffè tirò fuori una busta di ritagli in cui veniva segnalata alle regate sul Tamigi, a Glyndebourne, ad Ascot, 'lady in attendance' nel Court Circular ; giornali indiani e indonesiani riferivano le sue visite ufficiali presso rajà e sultani , la sua presenza era stata notata ad importanti cerimonie funebri e ai balli della season. Poi il periodo matrimoniale col milionario polacco S... che le aveva fatto i due figli e poi l'aveva piantata senza alimenti in base ad una clausola illegibile del contratto prematrimoniale. Ma la parte più triste iniziava dalla morte del padre che comportò l'applicazione della 'legge', poichè il Regno Unito è una monarchia che noi italiani idoleggiamo a torto come l'idea archetipa di ogni democrazia. Queste orrende circostanze illustrate a dei poveri Siciliani che potevano avere notizie sugli affari di mafia, che al cospetto sembravano aneddoti da oratorio, ci gelarono il sangue provocando scetticismo sulla salute della graziosa ospite. Dovetti documentarmi  su usi e costumi del popolo pittoresco che vive nelle Isole Britanniche come nel Rinascimento italiano, ed ebbi conferma che il riferito da Giulia era perfettamente plausibile data la famiglia. Tutto al primogenito titoli e beni, e di questo lei non aveva avuto alcun sentore prima vivendo spensieratamente ; i doveri paterni si condensavano nell'educazione e nell'accasamento ed erano stati perfettamente assolti ; se lei non era stata capace di tenersi il marito, colpa sua. Anche a Diana Spencer era capitato, rifiutandosi di capire il funzionamento del matromonio aristocratico. Le foto che la ritraevano ragazza con i familiari sul green davanti casa avevano per sfondo un castello imponente che poi riconobbi in un film di James Bond. L'altra menda nella storia famigliare risaliva al Rinascimento : erano rimasti cattolici (da cui il nome Giulia) dopo l'Atto di Supremazia del 1534 : da quì conflitto con la Corona. C'era anche la storia di una tipografia clandestina che distribuiva libelli cattolici istallata nelle viscere del castello dell'Oxfordshire. Erano stati esclusi dagli Uffici Pubblici, mantenendo, però, titoli e patrimonio, non essendosi mai compromessi in cospirazioni in favore degli Stuart. Hanno recuperato il diritto ai Pubblici Uffici in tempi recenti. Seduta stante l'odiato zio e fratello fu nominato lord ciambellano da Elisabetta II° giusto per acuire le frustrazioni di suo figlio. Lei, invece, non ha ottenuto alcun perdono per il peccato di esser donna e si è dovuta acconciare a convertire il suo appartamento londinese in un lodge in cui una della mie nipoti ha soggiornato . Il famoso fratello ha scalato tutti i livelli del potere finanziario, oltre ad una poltrona dai Rothschild (quelli che ottenevano promesse da Balfour) ne ottenne un'altra come consigliere finanziario del Vaticano. Circa la supposta pseudologia di Giulia ho dimostrato che era un'illazione. L'altra sera dalla Bignardi c'era la scrittrice Agnello-Hornby autosradicatasi da Palermo oltre 40 anni fa per vocazione e poi istallatasi in UK per matrimonio ; vi è cittadina, giudice, ha uno studio legale ed è professore universitario. Questa signora può fare il paio con Giulia poichè la Sicilia ha tradizioni assai simili ; raccontò la proprio discendenza da cui non potè essere esclusa solo perchè la famiglia si estingue con lei, altrimenti l'istituto del fidecommesso (che è stato abolito con l'Unità d'Italia) le sarebbe stato applicato per consuetudine ricorrendo a strumenti illegali. Della forza di radicamento di una cultura se ne rende conto uno che vi appartiene, infatti la signora Agnello che è vissuta solo per i primi 20 anni in Sicilia e per i successivi 40 all'estero, ridiviene un'autentica siciliana se solo pensa a quella terra o se vi rimette piede : si tratta di qualcosa di più appiccicoso dell'ATTAK. Il mio testimone per eccellenza, comunque,rimane Michele Palmieri Miccichè che nel I° quarto del XIX° sec. subì a Palermo le stesse deprivazioni di Giulia, come cadetto, e le riferì in una specie di autobiografia pubblicata da Levasseur a Paris (1836) : ' Moeurs de la cour et des peuples des Deux Siciles'. Il palazzo di famiglia malandato è sempre lì, accanto al cosidetto 'Teatro del sole' a Palermo, alcuni balconi e finestre ne fanno parte integrante. Michele era un giovane insofferente della crudele e bizzarra severità paterna al punto di essere rinchiuso per punizione nella 'Real Casa dei Matti' per aver scavalcato il balcone infrangendo il divieto di uscita notturna. Naturalmente il padre non gli lasciò un tarì, una mezza piastra e neanche un carlino, tuttavia obbligò il suo erede universale a versargli un magro vitalizio da togliersi sull'immenso patrimonio in terre e immobili ; Michele riceveva puntualmente alla scadenza una lettera del fratello che lamentando l'aridità, le cavallette, l'afta e la morosità dei gabellotti si scusava di non potergli rimettere il dovuto.  Infatti la magnanimità costituita sull'ingiustizia genera un'avidità insaziabile. Michele fu costretto a trasferirsi a Paris per sopravvivere ; si era dato il caso che uno dei suoi amici fosse diventato re di Francia. Luigi Filippo faceva parte degli émigrés, designazione dei fuggitivi all'estero sotto la Rivoluzione ; era finito a Palermo dove aveva parenti essendo la regina sorella di Maria Antonietta, ciò gli consentiva di mangiare alla tavola di Maria Carolina che, però, lo odiava essendo lui il figlio di quel Philippe Egalitè, primo cugino di suo cognato, che aveva dato il voto decisivo per la sua decapitazione e, per conseguenza, per quella di sua sorella. Luigi se la passava discretamente presso le famiglie palermitane (tra cui quella di Michele) e dando lezioni di storia e matematica nelle scuole  In tali condizioni il parito migliore per lui era chiedere la mano di Maria Amelia, che ottenne riuscendo a superare l'avversione della zia. L'italiana Marie Amelie me la ritrovai troneggiante ed inespressiva come mezzo busto in marmo sul caminetto dell'appartamento di rue H.Monnier dove serviva da appoggia cappelli e appendi collane al ritorno dalle soirées.